Nel 2023, l’Italia ha registrato un calo significativo delle denunce di infortuni sul lavoro, secondo i dati diffusi dall’Inail nella sua ultima relazione annuale. Il numero totale di infortuni denunciati ha raggiunto quota 590mila, segnando una diminuzione del 16,1% rispetto ai circa 704mila casi del 2022. Di questi, 1.147 sono stati mortali, un calo del 9,5% rispetto all'anno precedente, quando le denunce di decessi erano state 1.268.
Il peso della pandemia e il ruolo dei settori economici
Il calo generale degli infortuni può essere in parte attribuito alla riduzione dei contagi professionali da Covid-19, che avevano influenzato negativamente i dati del 2022. Tuttavia, permangono settori in cui la sicurezza sul lavoro continua a essere una priorità critica. Le costruzioni restano il comparto più colpito in termini di decessi, con 176 casi, in linea con i 175 dell'anno precedente. Seguono il settore dei trasporti e magazzinaggio, con 125 decessi (-17 rispetto al 2022), e quello manifatturiero, con 111 casi (-11).
Disparità territoriali: diminuzioni al Nord, aumenti al Sud
A livello geografico, la diminuzione delle morti sul lavoro è stata più evidente nelle regioni del Centro (-18,7%) e del Nord-Ovest (-13,6%), seguite dal Nord-Est (-11,3%) e dalle Isole (-9,3%). Tuttavia, nel Sud si è registrato un preoccupante aumento del 6,3%, dimostrando che la sicurezza sul lavoro non è ancora garantita in maniera uniforme su tutto il territorio nazionale.
Maggior attenzione alle malattie professionali
Mentre gli infortuni sono in calo, le denunce di malattie professionali sono in aumento, con oltre 72mila segnalazioni, un incremento del 19,8% rispetto al 2022. Questo dato sottolinea la necessità di monitorare attentamente l’impatto delle condizioni lavorative sulla salute a lungo termine dei dipendenti, un aspetto spesso trascurato ma altrettanto cruciale.
La posizione del governo: sicurezza come priorità assoluta
Il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha ribadito l’impegno del governo nel migliorare la sicurezza sul lavoro, sottolineando che non deve essere considerata un costo, ma un diritto fondamentale. In un messaggio inviato in occasione della presentazione della relazione Inail, Meloni ha dichiarato: “La sicurezza sul lavoro non è un costo, ma un diritto di ogni lavoratore. Garantire questo diritto è una priorità permanente, che deve vedere tutti in prima fila”.
Il governo sta agendo su diversi fronti, con un aumento delle risorse destinate alla sicurezza nei luoghi di lavoro e l’assunzione di 1.600 nuovi ispettori del lavoro. È già operativa, dal 1° ottobre, la nuova “patente a crediti” per il settore edilizio, un sistema che monitora e premia le imprese virtuose e sanziona quelle che non rispettano le norme di sicurezza.
Inoltre, il governo ha reintrodotto il reato di somministrazione illecita di lavoro, un crimine che in passato era stato depenalizzato, ma che, secondo la premier, è cresciuto notevolmente negli ultimi anni.
Prevenzione e sensibilizzazione: la chiave per ridurre gli incidenti
Meloni ha inoltre sottolineato l'importanza di una maggiore prevenzione, più controlli e sanzioni più severe per chi viola le regole di sicurezza. Fondamentale, secondo il premier, sarà il coinvolgimento delle scuole nella diffusione della cultura della sicurezza: “Portare il tema della sicurezza sul lavoro anche nelle scuole è essenziale per formare cittadini consapevoli dei diritti, dei doveri e delle tutele dei lavoratori”.
Il governo, in sinergia con le parti sociali e le imprese, mira a promuovere una cultura della prevenzione e della sicurezza che possa finalmente ridurre in modo significativo gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali.
15/10/2024
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