Le tensioni commerciali scatenate dai nuovi dazi statunitensi si abbattono sulle Borse internazionali, provocando pesanti perdite sui listini europei e americani. Piazza Affari si conferma la peggiore in Europa, chiudendo con un crollo del 3,41%, mentre anche Wall Street registra un significativo arretramento, bruciando i guadagni post-elettorali.
Milano maglia nera in Europa La Borsa di Milano ha subito una delle peggiori sedute dell'anno, con l'indice Ftse Mib che ha chiuso in calo del 3,41% a 37.736 punti. Tra i titoli più penalizzati spicca Stellantis, che ha perso il 10,1%, seguita da STMicroelectronics (-8,3%) e Iveco (-7,7%). Il comparto industriale e automobilistico è stato particolarmente colpito dai timori di nuove barriere commerciali imposte dagli Stati Uniti.
Wall Street perde terreno Dall'altra parte dell'Atlantico, il clima resta teso. Lo S&P 500 ha visto svanire i guadagni ottenuti dopo le elezioni del 5 novembre, con una perdita complessiva di 3.400 miliardi di dollari. Il Dow Jones ha chiuso in calo dell'1,26% a 42.634,21 punti, il Nasdaq ha ceduto l'1,06% a 18.154,69 punti, mentre lo S&P 500 ha lasciato sul terreno l'1,14% a 5.782,64 punti.
L'effetto dazi pesa sui mercati I mercati finanziari hanno reagito negativamente all'annuncio di nuove tariffe doganali imposte da Donald Trump contro Canada e Messico. Le tensioni commerciali rischiano di avere un impatto significativo sulle case automobilistiche, con Stellantis particolarmente esposta al provvedimento. Il titolo del gruppo italo-francese ha ampliato le perdite fino all'11,2%, chiudendo a 10,94 euro.
Anche negli Stati Uniti il settore automobilistico soffre. Ford ha registrato un calo del 2,65%, mentre General Motors ha perso il 4,06%, penalizzate dai timori di una riduzione della competitività sul mercato internazionale.
Scenari futuri Le nuove politiche commerciali americane rischiano di aggravare le incertezze sui mercati globali, influenzando negativamente le prospettive economiche. Gli investitori restano in attesa di ulteriori sviluppi, monitorando le possibili contromosse dei governi europei e asiatici. In un contesto già segnato dall'inflazione e dall'instabilità geopolitica, le nuove barriere commerciali potrebbero rivelarsi un ulteriore ostacolo alla crescita economica globale.
04/03/2025
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