Parte nuovamente da Napoli l’appello al governo e al presidente Mario Draghi, su stanziamento ed utilizzo del Recovery Fund che fa capo al Pnrr nazionale. Dopo l’allungo sul turismo, sarebbe adesso la volta del Made in Italy, quell’insieme di filiere produttive che sono il fiore all’occhiello dell’industria del bel Paese.
Ovviamente non serviamo noi a ricordare al premier di cosa stiamo parlando, ma nonostante ciò, restano al palo molte delle attività che fanno capo ai settori d’eccellenza. In questo momento strategico per l’economia continentale, anche in considerazione di una pandemia che continua ad influenzare le migliori previsioni, tornano in campo le associazioni di categoria a sollecitare il governo centrale ad effettuare scelte oculate per la vera ripartenza del Sistema Italia, e non come è sempre avvenuto lasciando al fanalino di coda denominato Mezzogiorno, le briciole di tavolate sempre ricche ed abbondanti.
“Ne stiamo parlando in tutte le salse e sui media nazionali e locali, ma ho come l’impressione che la nostra voce cada nel vuoto - esordisce Gianni Lepre, opinionista economico del Tg2, notista dell’Agenzia di Stampa Italpress e presidente del Club delle Eccellenze - eppure la matematica non è mai stata un’opinione, e l’equa spartizione dei fondi, a seconda delle reali necessità, è molto più semplice da farsi che da dirsi.” “Il problema, semmai - ha poi continuato il prof. Lepre che tra le altre cose è Segretario generale di OroItaly e presidente onorario della Confraternita dei Sartori - è che si è sempre proceduto ‘ad capocchiam’ per dirla alla francese, senza individuare a priori degli asset sui quali puntare e sui quali poggiare la ripartenza”.
Lepre ha poi concluso: “Il turismo è sicuramente prioritario, ma lo è anche l’industria del Made in Italy nel suo complesso, la grande tradizione enogastronomica, filiere per le quali l’Italia è universalmente riconosciuta come la regina indiscussa dell’alta moda, dell’artigianato, e del food. L’iniezione giusta di liquidità a questi settori si tradurrebbe nella ripartenza del Sistema Paese”.
Al noto economista si è aggiunto l’appello del presidente di OroItaly Salvio Pace: “Siamo ancora in attesa di capire le intenzioni del governo sulla filiera orafa, un’industria per la quale l’Italia ha addosso gli occhi incantati di tutto il mondo. Ci auguriamo che le iniziative economiche prese per finanziare il Pnrr tengano conto di questa circostanza che spesso si ignora, ma non perché non si sappia, ma semplicemente per convenienza politica”. Pace ha poi concluso: “Al governo chiediamo un intervento energico a salvaguardia delle realtà produttive, ma anche a garantirne la continuità nel cambio generazionale”.
Per l’occasione è intervenuto anche il vice presidente della Confraternita dei Sartori Raffaele Antonelli: “Il mondo sartoriale italiano, che ha la sua culla a Napoli, non è solo un settore di eccellenza, ma è nell’immaginario collettivo il segno distintivo dell’eleganza per antonomasia; non stiamo parlando solo di Made in Italy, ma dell’anima tricolore del gusto di vestire nell’esaltazione del bello e del portabile, per cui puntare anche su questo segmento vorrebbe dire ripartire da uno di quei settori di punta che il mondo intero ci invidia”. Il maestro Antonelli ha poi concluso: “Come settore di eccellenza chiediamo al governo di avere coraggio e consapevolezza dell’importanza strategica di questa filiera, e quindi puntare anche su di essa per la rinascita economica del marchio Italia
15/11/2021
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