Il recente studio della Cgia di Mestre denuncia che, in Italia, negli ultimi anni “lo stock dei debiti commerciali di parte corrente della PA, la Pubblica amministrazione, continua a crescere”, passando dai 45,2 miliardi di euro del 2017 ai 55,6 miliardi di euro del 2021. Inoltre, il Pil nazionale è pari al 3,1%, piazzandosi al primo posto tra i peggiori score negativi dei 27 Membri dell’Ue.
Le spese correnti sono quanto necessario per far funzionare il settore pubblico, come per esempio: stipendi dei dipendenti, beni e servizi, etc., L’Associazione Artigiani e Piccole Imprese Mestre, nell’analisi evidenzia che, lo scorso anno, solamente 2 Ministeri (Transizione Ecologica, Istruzione, Università e Ricerca) su 14 hanno rispettato le scadenze dei pagamenti, mentre i restanti hanno versato in ritardo quanto previsto dalla norma.
Sul podio dei peggiori dicasteri salgono: il Ministero dell’Interno con 67 giorni di ritardo, le Politiche Agricole con 42 giorni e la Difesa con 33 giorni. La Cgia sottolinea la tendenza della PA a pagare in ritardo le fatture con importi minori e con maggiore tempestività quelle con importi maggiori. Ciò è tra le cause della chiusura di molte attività, fallite “non per i debiti ma per i crediti non riscossi”.
02/05/2022
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