L’addio ai motori a diesel e benzina, fissato per il 2035 e votato dal Parlamento europeo il 14 febbraio, potrebbe subire una battuta d’arresto. Se per Bruxelles è fondamentale il passaggio alle e-cars per tenere il riscaldamento globale sotto la soglia di 1,5 gradi, da mesi, da più parti viene contestata la mancanza di condizioni per attuare la transizione ecologica, ritenendo che i settori coinvolti non sono pronti per abbandonare totalmente i combustibili fossili.
La questione è stata sollevata a pochi giorni dal voto in sede di Consiglio, dove la norma, per poter passare, necessita della maggioranza: “il 55% degli Stati (15 su 27) che rappresentino almeno il 65% della popolazione”. In particolare, ieri, durante la riunione degli ambasciatori dell’Unione, Italia, Germania e Polonia, hanno espresso parere contrario, mentre la Bulgaria si è astenuta.
Senza l’ok dei quattro Stati, la percentuale rimarrebbe ferma al 58,15%, bloccando il provvedimento. Il governo italiano, pur ritenendo necessario ridurre le emissioni di CO2, crede che la “decarbonizzazione debba essere perseguita nel rispetto dei principi di una transizione economicamente sostenibile e socialmente equa”.
02/03/2023
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