L’inflazione galoppante è un fenomeno che ormai attanaglia, da troppi mesi, diverse nazioni del mondo, compresa l’Italia. L’aumento generale dei prezzi dei prodotti e la diminuzione progressiva del potere d’acquisto degli stessi, a livello economico è preferibile alla ‘deflazione’, che ha colpito la Cina in quest’ultimo periodo.
Il Paese asiatico, negli ultimi anni, seppur per bervi periodi, ha dovuto affrontare più volte la diminuzione generalizzata dei prezzi e, di conseguenza, l’incremento del potere d’acquisto, a causa di diversi fattori che riguardano sia l’economia interna che l’export.
La superpotenza mondiale è cresciuta gradualmente in circa quarant’anni, dominando il mercato grazie all’invio delle proprie merci all’estero, ma a causa della delicata situazione geopolitica, compresa la guerra in Ucraina, il calo delle esportazioni in Usa, Europa e Russia e la pandemia superata da poco, in Cina i consumatori hanno ridotto le spese: ciò ne determina una minore domanda dei beni di consumo, maggiore disoccupazione arrivata a oltre il 20%, licenziamenti e perdite economiche, dovute allo smaltimento delle scorte a prezzi ribassati rispetto ai relativi costi di produzione.
Secondo gli esperti, la spirale negativa che ha colpito il Paese asiatico è destinata a durare a lungo.
10/08/2023
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