Stellantis, gigante dell'industria automobilistica nato dalla fusione di Fiat Chrysler e PSA Group, ha recentemente stretto un accordo con i sindacati metalmeccanici torinesi per l'uscita volontaria incentivata di 1.520 lavoratori. Questo annuncio ha scosso il panorama industriale italiano, generando dibattiti accesi sul futuro dell'occupazione nel settore e sulle strategie aziendali.
Secondo quanto riportato dalla Uilm di Torino, l'accordo prevede la volontaria uscita di 733 lavoratori dalle strutture centrali e 300 dalle carrozzerie di Mirafiori. Un passo che Stellantis vede come necessario per adeguarsi alle dinamiche di mercato e ottimizzare la propria struttura aziendale.
Tuttavia, non tutti sono concordi su questa mossa. La Fiom, il sindacato metalmeccanico della CGIL, ha espresso forti critiche verso l'accordo, definendolo un "piano per spegnere il lavoro". Michele De Palma, segretario generale Fiom-Cgil, insieme a Samuele Lodi, responsabile settore mobilità, hanno dichiarato che tale accordo rappresenta un grave segnale per il settore industriale italiano e hanno chiesto un intervento diretto della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, affinché si possa discutere la situazione con il CEO di Stellantis, Carlos Tavares.
Le preoccupazioni della Fiom sono alimentate anche dalle cifre comunicate dall'azienda riguardanti gli "esuberi" previsti negli stabilimenti di Mirafiori, Cassino e Pratola Serra, che complessivamente ammontano a 2.510 lavoratori. Questo scenario, secondo il sindacato, avrà pesanti ripercussioni anche sulla filiera della componentistica, mettendo a rischio ulteriori posti di lavoro.
Inoltre, l'annuncio di una presunta decisione di allocare la produzione della city car elettrica in Polonia anziché a Torino da parte di Leapmotor, una controllata di Stellantis, ha ulteriormente alimentato le critiche. Secondo la Fiom, queste decisioni dimostrano un "programmato e drammatico disimpegno" dell'azienda dal territorio italiano, contraddicendo le dichiarazioni precedenti sull'importanza dell'Italia per Stellantis.
La richiesta della Fiom è chiara: maggiore impegno da parte di Stellantis per mantenere l'occupazione e garantire investimenti concreti sul territorio italiano. Si parla di incentivi per l'acquisto di auto elettriche, finanziamenti pubblici per l'efficientamento degli stabilimenti e agevolazioni per i costi energetici, ma senza un impegno tangibile da parte dell'azienda, tali richieste rischiano di rimanere lettera morta.
In questa situazione di incertezza e tensione, i sindacati si preparano ad intraprendere iniziative per contrastare le strategie aziendali. La Fiom ha annunciato la volontà di coinvolgere tutte le organizzazioni sindacali e i lavoratori a ogni livello, nazionale e di stabilimento, per manifestare la propria contrarietà alle scelte aziendali.
Il futuro dell'occupazione nel settore automobilistico italiano rimane dunque incerto, mentre sindacati e aziende continuano il confronto su come affrontare le sfide del mercato globale senza sacrificare il lavoro sul territorio nazionale.
26/03/2024
Inserisci un commento