Prima di Natale a Roma, Italia e Confederazione Elvetica hanno firmato un nuovo accordo sull'imposizione dei lavoratori frontalieri e un Protocollo d'intesa che modifica la convenzione per evitare le doppie imposizioni. I redditi degli italiani guadagnati oltre-confine saranno tassati per l'80% delle imposte dovute in Svizzera, si dovrà poi presentare la dichiarazione dei redditi in Italia, mentre in precedenza erano soggetti a totale tassazione in Svizzera, legge che risaliva al 1974.
Gli interessati sono circa 65 mila lavoratori frontalieri, che ogni giorno dall'Italia si spostano verso il Cantoni dei Grigioni, del Ticino e del Vallese. Con un gettito fiscale di 95 milioni di franchi, circa 88 milioni di euro. Vengono quindi definiti come «lavoratori che risiedono entro 20 km dalla frontiera e che, in linea di massima, rientrano ogni giorno al loro domicilio».
Viene introdotto un regime transitorio per chi ha lavorato nel periodo compreso chi già aveva in essere un rapporto di lavoro tra il 31 dicembre 2018 e la data di entrata in vigore del nuovo accordo. I vecchi frontalieri continueranno quindi a essere assoggettati ad imposizione esclusivamente in Svizzera. In cambio, la Svizzera verserà fino alla fine del 2033 una compensazione finanziaria a favore dei comuni italiani di confine pari al 40% dell'imposta alla fonte prelevata dalla Svizzera. Dopo questa data, la Svizzera conserverà la totalità del gettito fiscale.
L'accordo, siglato dai ministeri delle finanze delle due nazioni confinanti, per entrare in vigore, dovrà essere ratificato dai parlamenti di entrambi i paesi.
28/12/2020
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