“Gli agricoltori italiani continueranno a rappresentare uno dei settori più poveri della società europea, con un reddito inferiore fino al 50% rispetto agli altri Stati”. La denuncia è della sigla sindacale Sifus Confali, attraverso le parole del segretario generale Maurizio Grosso. Un quadro definito “drammatico”, acuito “dall’intelligenza di puntare sulla sovranità alimentare attraverso una serie di azioni, come la valorizzazione dell’agricoltura mediterranea, il Km zero, gli allevamenti non intensivi, la valorizzazione delle specificità produttive territoriali”
Sifus Confali, denuncia inoltre che la nuova Politica Agricola Comune “ha completamente espulso dal suo contesto l’introduzione di un vincolo di salvaguardia rivolto alle aziende che producono cibo buono utilizzando braccianti agricoli a cui vengono garantiti i diritti contrattuali”.
Serve, inoltre, che vengano previsti vincoli precisi per modulare i contributi che verranno erogati . Significa che più “lavoro buono” un’azienda agricola è capace di realizzare. Ossia lavoro che produce cibo sano rispettando i diritti dei braccianti, più l’azienda agricola deve essere premiata.
In parole povere: i sussidi da assegnare alle aziende agricole devono avere, tra le condizionalità che li determinano, una condizionalità specifica legata alla quantità e qualità di lavoro buono, prodotto anche in chiave dell’auspicata sovranità alimentare”.
05/04/2021
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