Sono trascorsi diversi giorni dalla pubblicazione dalla nota ‘2846’ pubblicata sul sito istituzionale dell’Inps, ma stranamente non ha destato molto clamore. Eppure, quanto stabilito, risulta essere una vera e propria batosta per i lavoratori.
L’Istituto ha reso noto che, l’articolo 26 del decreto-legge numero 18 del 17 marzo 2020, aveva stanziato 663,1 milioni di euro per coprire il periodo di quarantena, nel caso di contatto con un positivo, ma tali fondi sono stati sufficienti per pagare esclusivamente le assenze relative al 2020. Mentre per l’anno ancora in corso, non è stata prevista alcuna tutela previdenziale.
Quindi, con la nota del 6 agosto, l’Ente chiarisce che l’assenza dal lavoro in via cautelare, che fino ad oggi si credeva fosse equiparata alla malattia, pertanto pagata dall’Inps, non lo è più. Ma non solo, la misura è retroattiva, e senza un intervento ad hoc del governo, i dipendenti rimasti a casa e che non abbiano contratto il virus, si vedranno decurtare sia lo stipendio che i contributi, per tutti i giorni relativi all’isolamento fiduciario, tranne che non abbiano ferie.
Secondo quanto specificato, la norma non riguarda i cosiddetti lavoratori fragili, i quali sono tutelati fino al 30 giugno. Inoltre, per questa categoria sono stati stanziati 282,1 milioni di euro, per dar loro la possibilità, fino al 31 ottobre 2021, di lavorare “in modalità agile, anche attraverso l’adibizione a diversa mansione ricompresa nella medesima categoria o area di inquadramento”
22/08/2021
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