Il 2021 è l’anno nero per Mark Zuckerberg. Iniziato male, a gennaio, con l’assalto al Campidoglio di manifestanti inferociti, fomentati dalla proliferazione su Facebook di Fake News e appelli al colpo di stato, il 2021 sta procedendo addirittura peggio.
Ormai sono settimane che sulla stampa internazionale continuano a filtrare documenti e report interni all’azienda che gettano cattiva luce sulle pratiche interne e sulla gestione di questioni delicatissime connesse alla sua attività. Sono i Facebook Papers, documenti diventati di dominio pubblico grazie alla coraggiosa scelta di una gola profonda, Frances Haugen, di fornirli alla stampa e metterci la faccia.
La scarsa trasparenza nel trattamento dei dati degli utenti; una lotta alle notizie false più annunciata, che realmente praticata; gli effetti negativi dei social network sulla salute mentale e fisica degli e delle adolescenti. Il social che voleva connettere il mondo e l’umanità, nella pratica, è un’azienda che, nonostante le buone intenzioni dichiarate dal suo fondatore, sembra aver messo da parte gli sforzi per affrontare i danni reali che ha ingigantito e, talvolta, creato.
I documenti parlano chiaro: sono decine, i casi, in cui i dipendenti e i tecnici in forza a Menlo Park hanno scoperto problemi enormi che l’azienda ha poi ignorato o, peggio ancora, volutamente disattesi.
27/10/2021
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