A poche ore dall’intesa raggiunta a Bruxelles sul price cap, fissato a 180 euro al Mwh, dal 15 febbraio, e dalla notizia rimbalzata su ogni quotidiano che, per la prima volta, da metà giugno scorso il gas naturale aveva superato di poco i 100 euro per megawattora, l’esplosione avvenuta in Russia, martedì scorso, ha nuovamente destabilizzato i mercati.
La deflagrazione durante dei lavori di manutenzione programmati, ha colpito il tratto del gasdotto situato nella regione Ciuvascia, che si trova proprio al centro ella Russia europea. Il ‘pipeline’ trasporta il carburante dal giacimento della Siberia nord-occidentale prima fino all’Ucraina, poi verso la Slovacchia, per poi snodarsi verso i restanti paesi europei.
A causa della fortissima esplosione, che ha fatto schizzare il costo del gas a 115 euro/Mwh, tre persone sono morte e una è in gravi condizioni. Ma Gazprom, la multinazionale russa che si occupa dell’estrazione e della vendita del gas naturale ha fatto sapere che le forniture proseguiranno mediante altre condutture. Ieri, il prezzo del gas, ad Amsterdam, ha toccato i 97 euro al megawattora.
22/12/2022
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