Il sistema delle imprese italiane mostra resilienza con alcuni segnali di dinamismo nel secondo trimestre del 2023. Nel periodo aprile-giugno, si è registrato un saldo positivo tra nuove aperture e chiusure di aziende, con un aumento complessivo di 28.286 nuove imprese. Tuttavia, questo risultato è uno dei meno brillanti degli ultimi dieci anni. Un elemento significativo che ha influenzato il quadro demografico delle imprese è il basso numero di iscrizioni, il secondo peggiore risultato del decennio, superato solo da quello del 2020 durante la pandemia. Allo stesso tempo, le cessazioni sono state quasi 51.000, segnando il terzo aumento consecutivo nell'ultimo triennio.
L'analisi trimestrale Movimprese condotta da Unioncamere e InfoCamere sui dati del Registro delle Imprese delle Camere di Commercio ha evidenziato che nonostante il Sud abbia registrato il maggior numero assoluto di nuove imprese (9.006 in più), ha subito una flessione più marcata in termini di tasso di crescita rispetto a 12 mesi fa. Le aree geografiche del Nord-Ovest e Centro condividono il primato per l'incremento relativo più elevato (+0,5%). Tutte le regioni hanno comunque riportato un saldo positivo, anche se inferiore a quello dello scorso anno.
Quanto ai settori, ad eccezione dell'industria estrattiva, tutti gli altri hanno registrato saldi positivi nel trimestre. Il settore delle costruzioni ha ottenuto il miglior risultato in termini assoluti, aggiungendo 6.025 nuove imprese. Seguono gli alberghi e ristoranti (+4.436 unità) e le attività professionali, scientifiche e tecniche (+3.753 imprese). Anche il commercio e i "servizi alle imprese" come noleggio e agenzie di viaggio hanno avuto performance positive. I settori legati ai servizi hanno mostrato le performance migliori in termini relativi, con un aumento del 1,5% per le attività professionali scientifiche e tecniche, 1,2% per le attività di noleggio, agenzie di viaggio e servizi alle imprese e 1% per le attività sportive, di intrattenimento e divertimento.
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