Il commercio clandestino di fuochi pirotecnici, un fenomeno più diffuso di quanto si pensi, è al centro di un'intervista del tg 1 rai con Giovanni Aliquò, direttore del Nucleo Centrale e Analisi della Polizia di Stato. L'elusione delle tasse sugli esplosivi rende questo mercato estremamente lucroso, con un margine di profitto che si avvicina a quello derivante dal traffico di sostanze illecite come la cocaina.
Il rapporto di investimento è sbalorditivo: uno a settanta, il che significa che per ogni euro investito, si ottengono 70 euro di profitto. Questa cifra straordinaria alimenta un giro che coinvolge persone con contatti nel settore della pirotecnia illegale, spesso legate a piccole feste di famiglia o eventi locali. Questi individui operano al di fuori delle regole e sfuggono alle autorità fiscali, contribuendo a mantenere questo commercio nell'ombra.
Aliquò avverte chiaramente dei rischi associati a questo mercato clandestino, sottolineando i recenti casi di depositi di fuochi d'artificio scoperti in luoghi altamente pericolosi, come sotto le scuole o all'interno di condomini. Una possibile esplosione può causare danni fino a 300 metri di distanza, mettendo a rischio non solo chi gestisce questi materiali ma anche le persone innocenti nelle vicinanze.
La pericolosità sia dell'uso che dell'accumulo di "botti" è messa in evidenza, con l'uso che minaccia la vita di chi li maneggia e l'accumulo che può causare il crollo di interi edifici. Inoltre, Aliquò sottolinea il risparmio economico che si ottiene acquistando fuochi illegali, grazie all'elusione di tasse sul trasporto e lo sdoganamento.
Contrariamente a quanto ci si potrebbe aspettare, Aliquò afferma che un comune cittadino potrebbe avere un interesse diretto ad acquistare fuochi illegali per organizzare feste domestiche, risparmiando sull'IVA non caricata sul prezzo di acquisto. Questo crea un incentivo finanziario che alimenta ulteriormente il commercio illecito.
La presenza della criminalità organizzata in questo settore è un altro elemento preoccupante. Nelle regioni meridionali, sembra che la criminalità organizzata gestisca le feste e gli eventi pubblici di maggior respiro, acquistando prodotti illegali da filiere internazionali. I comuni che organizzano feste pubbliche, spesso gestite da comitati informali, sembrano ignorare il lato oscuro di questo mercato, contribuendo involontariamente a un giro tutto in nero.
Il giro di affari associato a questo commercio illegale è impressionante, oscillando tra i 50 e gli 80 milioni di euro all'ingrosso. Aliquò sottolinea la sicurezza del mercato legale, invitando i cittadini a rifornirsi presso la grande e piccola distribuzione, verificando attentamente le etichette per garantire la conformità alle normative di sicurezza.
In conclusione, Aliquò offre un consiglio chiaro ai cittadini: evitare il commercio illegale di fuochi d'artificio, optando invece per acquisti sicuri presso rivenditori autorizzati. La sicurezza personale e la tutela della comunità dovrebbero sempre essere prioritari rispetto a risparmi apparenti che possono avere conseguenze catastrofiche.
31/12/2023
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