“La società benefit è quell'impresa che ha capito che il proprio sviluppo deve procedere di pari passo con quello del territorio – ha spiegato Zamagni - . Finora la responsabilità sociale di impresa si declinava in negativo: si chiedeva di non fare certe cose, non inquinare, non sfruttare, non evadere. Oggi questa logica è acquisita, e la novità è la responsabilità civile, declinata in positivo: l'impresa si impegna a fare, a fare qualcosa in più. Deriva da “civitas”, la città delle anime, diversa da “urbs”, la città delle pietre: l'imprenditore sociale pensa a edificare la civitas, non la urbs. E accanto al capitale fisico fatto di macchine e strumenti, e a quello umano fatto di conoscenza e di persone, c’è anche il capitale reputazionale: la quarta rivoluzione industriale ha solo introdotto i robot, ma ha anche cambiato le relazioni personali”.
Uno dei massimi esperti del terzo settore, l’economista Stefano Zamagni, è intervenuto all’incontro “Storie di beneficio comune”, dedicato alle società benefit e alla loro evoluzione: le aziende che hanno adottato questo nuovo modello di business, introdotto da una normativa 2016, integrano nel proprio oggetto sociale, oltre agli obiettivi di profitto, anche lo scopo di avere un impatto positivo sulla comunità, sui dipendenti e sull’ambiente.
“Da quando siamo società benefit scegliamo, oltre ai fornitori, anche clienti che condividano la nostra visione – spiega il direttore generale di Euro Company, Mario Zani – e la redditività ha avuto un miglioramento considerevole: la motivazione di chi viene a lavorare in un'azienda mossa non solo da fini economici si è riflessa in un ritorno estremamente importante rispetto al passato”.
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