La Whirlpool, azienda statunitense produttrice di elettrodomestici, nonostante abbia constatato che le vendite e il fatturato negli ultimi mesi sono aumentati, ha purtroppo comunicato la decisione di voler chiudere lo stabilimento di Napoli e licenziare i 350 lavoratori, i quali riceveranno una lettera in cui verrà comunicata la cessazione delle attività. La chiusura è prevista per il 1° novembre. Conte ha spiegato ai sindacati che: “Abbiamo dato la massima disponibilità al board americano di Whirlpool e proposto incentivi, decontribuzione al 30%, contratti di sviluppo, fondi Industria 4.0 e anche garanzie Sace. Abbiamo messo a disposizione tutto ma l'ad Blitzer ha spiegato che non riescono a creare una prospettiva industriale per Napoli per rendere competitiva la produzione”.
La speranza è che il Presidente del Consiglio riesca ad ottenere una riunione con gli amministratori della Whirpool in quanto come affermato da Massimiliano Guglielmi, segretario Fiom/Cgil Campania “La chiusura risulta inspiegabile in quanto nonostante nei mesi scorsi, l’azienda continuava a produrre ed era in crescita, rimaneva ferma sull’ intenzione di chiudere lo stabilimento”. Il rischio di una progressiva chiusura anche di altre sedi è molto realistico vista la recente costruzione di una struttura in India.
Questo induce a dedurre che la chiusura di Napoli non sia altro che una strategia della società americana per avviare le sue aziende in paesi dove avrebbero certamente più vantaggi fiscali, meno burocrazia e un risparmio sulla manodopera
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