Come annunciato nei giorni scorsi, dal 1° gennaio, sono state introdotte delle nuove norme sulla gestione dei conti correnti. In principio era trapelato che chiunque avesse un conto corrente, sia imprese che privati, nel momento in cui fosse andato in “rosso” per ovvie problematiche, non avrebbe potuto più fare affidamento sul grado di flessibilità accordato con il proprio istituto di credito e avrebbe assistito al blocco del proprio Rid bancario, anche se il debito era solo per tre mesi e per una minima somma.
In questi giorni però, è stata resa nota la scheda del nuovo regolamento introdotto dall’Unione Europea. Per tranquillizzare i correntisti bancari, preoccupati per il rischio di vedersi sospendere l’uso del conto e di finire nella lista nera dei cattivi pagatori, interviene Banca d'Italia, la quale precisa che la nuova disciplina “Non vieta lo sconfinamento nei conti correnti se questo rientra nella policy decisa da ogni banca con i propri clienti. La possibilità di sconfinare non è un diritto del cliente, ma una facoltà concessa dalla banca”. Questo però non significa che i debitori, non debbano preoccuparsi nel momento in cui dovessero andare in “rosso” ma per essere definiti inadempienti, è necessario che si manifestino alcune condizioni.
Innanzitutto, il correntista dovrà essere in passivo da oltre 90 giorni e la somma dovrà superare sia 100 euro per i privati e 500 per le aziende, che l’1% del totale da corrispondere al proprio istituto di credito. Nel momento in cui si dovessero verificare queste condizioni, e il cliente provvedesse a regolare il debito, trascorsi 90 giorni la banca potrà proporre varie soluzioni per ripristinare la “posizione in bonis del cliente”. Inoltre, la Banca d'Italia precisa che: “Se un debitore è classificato a default sulla base della nuova definizione, non viene classificato automaticamente anche a sofferenza. Ciò accadrà solo quando ritengono che abbia gravi difficoltà, non temporanee, a restituire il suo debito.”
03/01/2021
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