Quello siciliano è un sistema dei trasporti che rende difficile la mobilità interna e non agevola né il turismo né le imprese e i mercati. Ad accendere i riflettori sull’argomento sono la Cgil e la Filt regionali che hanno organizzato in web conference un dibattito, dal titolo “Mettiamo i trasporti sulla buona strada”, con la partecipazione, tra gli altri, di Maurizio Landini, leader della Cgil e del ministro Paola De Micheli.
Oggi la condizione di insularità costa alla Sicilia 8 miliardi l’anno, se poi si aggiungono i problemi dei collegamenti interni, si assiste ad un panorama disastroso. Per questo occorrono investimenti in infrastrutture e velocizzazione della spesa. Il tema della continuità territoriale sia prioritario nell’agenda del governo nazionale e di quello regionale.
Il quadro di riferimento dovrebbe essere un piano regionale dei trasporti che risolva anche il problema di un terzo dei 390 comuni siciliani oggi non serviti da mezzi di trasporto pubblico.
L’alta velocità nell’attraversamento marittimo con mezzi veloci rappresenta un vero e proprio sistema integrato che deve essere potenziato e connesso alla Sicilia con quello del servizio ferroviario regionale.
Oggi la Sicilia sconta un sistema ferroviario insufficiente, con solo il 12% dei 1.490 km di rete a doppio binario e il 37% elettrificata. Tempi lunghi di percorrenza dunque, appena 441 corse di treni regionali contro le 2.396 della Lombardia, aree importanti non servite e il 90% delle merci che viaggia su gomma.
Tra le proposte della Cgil la creazione di due enti di gestione per i sei scali
aeroportuali, per la Sicilia occidentale e orientale.
16/01/2021
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