Per le mamme di oggi, riuscire a conciliare il lavoro e la famiglia, è sempre più complesso. Le difficoltà maggiori riguardano le donne che hanno un lavoro precario, retribuzione minima, lavoro autonomo o non dichiarato, e che vivono al Centro-Sud, dove i servizi integrativi, per i bambini fino ai 3 anni, risultano essere meno della metà rispetto al Centro-Nord.
Secondo un’analisi dell’Unione europea delle cooperative, Uecoop, sui dati dell’Ispettorato nazionale del lavoro, è emerso che il 53,3% delle mamme, più di una mamma su due, è costretta a lasciare il lavoro per prendersi cura della famiglia. “La spesa per nido e babysitter, la carenza di posti negli asili, la cerchia di parenti che si restringe, l’incompatibilità degli orari e dei ritmi di lavoro”, il tutto esacerbato dalla pandemia e dalla crisi economica, nell’ultimo anno ha costretto circa 20 mila donne, ad abbandonare la propria professione.
Urge la necessità di offrire delle alternative, come quelle già presenti in diverse realtà, come per esempio favorire l’apertura di micronido e creare un maggior numero di asili aziendali, avvalendosi di cooperative e personale specializzato.
10/05/2021
Inserisci un commento