Anche quest’anno il turismo in Italia parte col piede sbagliato. Colpa della pandemia sì, ma anche della disorganizzazione e del caos del governo a regolamentare per bene uno dei settori trainanti del Pil.In Italia il turismo genera il 13% del Pil, ma quest’anno, più dello scorso anno, si rischia nuovamente il disastro.
Così albergatori e operatori turistici stanno pensando a forme incentivanti per attirare turisti italiani e stranieri. Poiché il bonus vacanze non funziona bene e molti hotel non lo accettano, albergatori ed enti locali stanno pensando di sospendere la tassa di soggiorno.
Molti Comuni Italia stanno infatti adottando provvedimenti in tal senso nel tentativo di farsi pubblicità. Più facile per quei Comuni che non vivono prettamente di turismo, meno invece per quelli che basano le loro entrate proprio durante la stagione estiva.
Il balzello fiscale che porta soldi nelle casse dei Comuni per chi soggiorna in hotel, residence o case vacanze, allontana infatti i turisti. Il sindaco di Lucca ha deciso di sospenderla, così come quello di Forte dei Marmi. E presto lo seguiranno anche altri Comuni.
In alcune città d’arte questa può incidere in maniera significativa sul budget del turista: a Roma si arriva a pagare anche 10 euro al giorno. E il turismo ne risente.
Chiaramente, la sospensione della tassa di soggiorno porterà meno introiti nelle casse comunali, ma se qualcuno la toglie e qualcun altro no si rischia di creare un effetto concorrenza sleale. A parte il rischio di buco di bilancio nei Comuni ad alta vocazione turistica dovuti ai mancati incassi dell’imposta di soggiorno e/o di sbarco a causa della pandemia. Attualmente sono 1.028 i Comuni italiani che applicano l’imposta di soggiorno o la tassa di sbarco con un gettito complessivo, nel 2019, di oltre 586 milioni di euro.
13/06/2021
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