Il Cashback di Stato, fortemente voluto dal governo Conte bis per contrastare l’evasione fiscale, non è un segreto che non abbia mai ricevuto il benestare del premier Draghi.
Nei giorni scorsi, il governo aveva annunciato che dal 1° luglio, il giorno in cui sarebbe partito il secondo semestre, la misura sarebbe stata bloccata, mettendo così fine ai rimborsi sugli acquisti del 10%. La decisione ha fatto esultare soprattutto i partiti all’opposizione che da tempo, ritengono il Cashback solo uno spreco di risorse, e che potrebbero essere meglio impiegate per il sostegno di aziende e della ripresa economica.
Ma trascorsi poco più di due giorni, è arrivata la notizia che, dopo le insistenze della maggioranza, la misura contro l’evasione fiscale non sarà cancellata ma semplicemente sospesa per sei mesi. Non solo, ma secondo quanto trapelato, i rimborsi relativi ai pagamenti effettuati con le carte elettroniche, che sarebbero dovuti avvenire entro 60 giorni dalla fine del semestre, subiranno uno slittamento: quelli del primo periodo, gennaio-giugno, verranno erogati il 30 novembre 2021, mentre quelli che partiranno nel 2022, entro il 30 novembre dello stesso anno.
Seppur non siano pervenuti dati ufficiali per analizzare l’utilità della misura, il premier Mario Draghi, ha spiegato i motivi della sua decisione, ritenendo che: “Il Cashback ha un carattere regressivo ed è destinato ad indirizzare le risorse verso le categorie e le aree del Paese in condizioni economiche migliori, una condizione diversa da quella di operaio o disoccupato”.
02/07/2021
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