Durante il convegno della CGIL organizzato a Genova, il ministro per la Transizione ecologica, Roberto Cingolani ha riferito che nel prossimo trimestre ci si attende che la bolletta dell’energia elettrica possa aumentare del 40 per cento. La segnalazione di Cingolani si è aggiunta a quelle già fatte negli ultimi mesi da analisti ed economisti riguardo all’incremento dei costi dell’energia.
Nello scorso trimestre il prezzo dell’elettricità era aumentato del 20 per cento, ma il governo italiano era intervenuto stanziando 1,2 miliardi di euro per mantenere l’incremento dei prezzi delle bollette al di sotto del 10 per cento. Nelle prossime settimane potrebbero essere valutate soluzioni simili in vista dei nuovi aumenti, ma ogni operazione di questo tipo grava sensibilmente sui conti pubblici.
Il fenomeno non riguarda solamente l’Italia ed è dovuto sia all’aumento dei prezzi delle materie prime, come gas e combustibili derivanti dal petrolio, sia all’aumento dei costi per le aziende che producono energia.
Diversi fattori hanno contribuito all’aumento dei prezzi dell’energia osservato negli ultimi mesi. Dopo un periodo di sensibile rallentamento dovuto alla pandemia da coronavirus, le attività produttive hanno ripreso determinando un rapido aumento della domanda per le materie prime, difficili da reperire a causa di problemi di disponibilità e di trasporto. Questi problemi hanno interessato anche le materie prime con cui si produce la maggior parte dell’energia in Europa: il prezzo del petrolio è aumentato del 200 per cento dalla primavera del 2020, e quello del gas naturale del 30 per cento solo nel secondo trimestre del 2021.
In Italia il gas naturale è impiegato per produrre circa il 40 per cento dell’energia elettrica, di conseguenza un marcato aumento del suo prezzo si riflette sul costo dell’elettricità.
15/09/2021
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