La ‘Classe di Scienze politico-sociali’ della Scuola Normale Superiore e l’Università di Pisa, hanno presentato il ‘Quinto rapporto sulla criminalità organizzata e la corruzione’ in Toscana.
Questa, secondo lo studio, è tra le regioni dove la mafia è presente e che corre il grande rischio che si possa radicare sempre più, soprattutto in seguito alla crisi pandemica e con l’arrivo dei sostanziosi fondi del Pnrr. I relatori hanno evidenziato che la criminalità organizzata è infiltrata maggiormente nel settore economico-finanziario e nel riciclaggio, tant’è che Prato risulta essere la prima provincia italiana per movimentazioni sospette, gestite per il 21% da ‘cosa nostra’.
Nella regione fiorentina, il 38% degli eventi criminali, sono di matrice camorristica e riguardano maggiormente gli investimenti immobiliari. Il 29% degli eventi sono gestiti dalla ‘ndrangheta, che opera prevalentemente nella droga.
I ricercatori hanno spiegato: gli episodi accaduti nel 2020, portano ad individuare una ‘variante criminale toscana, discostandosi dalle ‘mafie nazionali e transnazionali’ nella regione. In Toscana queste organizzazioni mostrano una forte vocazione imprenditoriale, che trova realizzazione nel tessuto economico locale attraverso investimenti di capitali illeciti sia per fini di mero riciclaggio, sia nel mercato regionale e anche fuori i confini regionali”.
16/12/2021
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