L'Agenzia delle Entrate ha emesso chiarimenti per i datori di lavoro che desiderano fornire ai propri dipendenti con figli a carico somme o rimborsi come benefit esenti da tasse. La circolare (23/E) fornisce spiegazioni sulla nuova disciplina del welfare aziendale, in seguito alle modifiche introdotte dal "Decreto lavoro", che ha aumentato il limite fino a 3.000 euro (anziché gli ordinari 258,23 euro) entro cui è possibile fornire beni e servizi esenti da imposte ai dipendenti.
Il Decreto ha anche incluso tra i bonus che non contribuiscono a formare il reddito da lavoro dipendente, le somme erogate o rimborsate ai lavoratori per il pagamento delle utenze domestiche come energia elettrica, acqua e gas.
Per i dipendenti con figli a carico, quindi, i benefit fino a 3.000 euro ricevuti dal datore di lavoro sono esenti dall'Irpef e dall'imposta sostitutiva sui premi di produttività. Questa agevolazione si applica anche per le somme corrisposte o rimborsate per il pagamento delle utenze del servizio idrico integrato, energia elettrica e gas naturale.
L'agevolazione si applica completamente a ciascun genitore, titolare di reddito da lavoro dipendente o assimilato, anche con un solo figlio, a condizione che il figlio sia fiscalmente a carico di entrambi i genitori. Per il Fisco, i figli sono considerati a carico se il loro reddito non supera i 2.840,51 euro (al netto degli oneri deducibili). Questo limite di reddito, che sale a 4.000 euro per i figli fino a 24 anni, deve essere verificato al 31 dicembre di quest'anno poiché il beneficio è valido per il 2023.
Si precisa inoltre che entrambi i genitori hanno diritto alla nuova agevolazione anche nel caso in cui decidano di attribuire la detrazione per figli a carico interamente al genitore con il reddito più elevato.
Per ottenere il beneficio, il lavoratore deve dichiarare al datore di lavoro di essere idoneo, indicando il codice fiscale dell'unico figlio o dei figli a carico. Non esiste una forma specifica per questa dichiarazione, ma può essere resa secondo modalità concordate tra le parti.
Se i requisiti per l'agevolazione dovessero venire meno - ad esempio, se durante l'anno il figlio non è più fiscalmente a carico - il dipendente è tenuto a comunicarlo tempestivamente al datore di lavoro. Quest'ultimo recupererà quindi il beneficio non spettante nei periodi di paga successivi e, comunque, entro i termini per le operazioni di conguaglio
03/08/2023
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