Il mercato dei diamanti, la pietra preziosa naturale la cui bellezza ha affascinato l’uomo sin dall’antichità, secondo i dati, negli ultimi anni ha perso sempre più valore. Nel 2022, un diamante da un carato è arrivato a toccare 5.185 dollari, quota più bassa degli ultimi otto anni. Stessa sorte per le pietre sintetiche, con un indotto di 89 miliardi di dollari all’anno a livello globale, che nel 2023, per un carato, si è scesi a 1.425 dollari, rispetto ai 5mila dollari nel 2016.
In quest’ultimo caso, secondo il Financial Times, il crollo è dovuto alla riduzione dei costi di produzione, dovuta al boom di vendite. I diamanti artificiali, nel 2018 avevano una quota di mercato del 3,5%, mentre nel 2023, secondo le stime dell’analista Paul Zimnisky, arriveranno a toccare il 16,5%, pari a 14,6 miliardi di dollari.
I primi diamanti sintetici apparvero nel lontano 1954 ma, inizialmente, non ebbero molto successo ma i consumatori, sulla base di diversi fattori, negli anni hanno rivalutato il prodotto.
A favorire il bom, determinante è stato non solo il prezzo, permettendo di avere una pietra con caratteristiche simili, in termini di lucentezza e addirittura con meno impurità, ma anche la sostenibilità, in quanto la produzione non richiede lo sfruttamento di manodopera, in particolare donne e bambini, e delle risorse naturali. Molte le aziende che hanno deciso di investire nel mercato delle pietre preziose sintetiche, tra cui diversi leader mondiali della gioielleria, come Pandora e De Beers.
30/08/2023
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