In un contesto così poco propizio alla dimensione dell’avventura e del viaggio Louis Vuitton lancia la campagna Imagination takes flight, un’ode all’immaginazione che è libera di volare superando confini, controlli, barriere.
Il primo della maison a scavalcare gli ostacoli fu, nel 1837, un appena sedicenne Louis Vuitton, figlio di un falegname dello Jura, che lasciò il piccolo villaggio natale di Anchay e percorse, a piedi, 400 chilometri per arrivare a Parigi, la città dove avrebbe trovato fortuna. Diventato apprendista valigiaio, pochi anni dopo Vuitton fondò una piccola impresa che è oggi il marchio del lusso di maggior valore al mondo, stiimato 47 miliardi di dollari.
Louis Vuitton punta ad avere un’influenza positiva, in un modo non troppo sereno per la pandemia che stiamo affrontando come una guerra.
La nuova campagna pubblicitaria nasce da un evoluzione di quelle che in passato hanno contraddistinto il brand Vuitton, che porta ad un messaggio mirato all'inclusione ed hanno scelto di legarlo alla figura dei bambini che rappresentano il futuro del mondo.Un set creato in Islanda con uno o due assistenti e nient’altro, tutto è stato fatto a livello locale: il casting, la produzione, tutto. In un periodo come questo, con lo stress da lockdown, non avrebbe avuto senso scegliere una metropoli ansiogena.
“L’ambiente appartiene a tutta l’umanità. Proteggerlo è un obiettivo universale”, dichiarano, ma il loro intento non è di farne un tema politico, anche perché quando questioni serie come l’ambiente vengono politicizzate hanno una tendenza a diventare meno efficaci.
Si tratta dell'evocazione di molti valori nella tradizione di Louis Vuitton, legati all’idea del viaggio come scoperta e confronto con culture diverse. Un comune intento che nasca volontariamente in chi ci si rivede.
21/01/2021
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