Alla bella età di 98 anni, Carlo Vichi, padre e padrone della Mivar, ha spinto il tasto rosso del telecomando e ha lasciato questo mondo. Per molti sarà impossibile slegare il suo nome da quello dei televisori Mivar.
Ai più giovani il nome Mivar non dirà molto, ma ci sono ancora migliaia di TV Mivar - quelli con il cinescopio, si intende - che si accendono ogni giorno nelle case italiane.
I televisori Mivar furono per decenni i più venduti in Italia, famosi per il loro rapporto qualità/prezzo e famosi per la facilità con la quale potevano essere riparati da un bravo elettrotecnico.
Con il nuovo secolo Vichi inaugurò una nuova grandiosa fabbrica ad Abbiategrasso, dove purtroppo non entrarono centinaia di lavoratori a produrre televisori perché nel frattempo giapponesi e coreani, ancor prima di cinesi e turchi, presero le redini del mercato spiazzando Mivar.
Un’azienda italiana non poteva reggere il confronto in termini di costi di manodopera e dei materiali: non si trattava più di acquistare cinescopi prodotti a pochi passi dalla fabbrica ma di acquistare pannelli LCD realizzati in oriente
Vichi provò per qualche anno ad assemblare tivù a schermo piatto che trovavano ancora molti fedeli clienti ma quegli apparecchi gli costavano di più di quanto poteva incassare dalla vendita e infine dovette capitolare, riducendo l’enorme fabbrica vuota in un piccolo centro di riparazione con un manipolo di fidatissimi operai
22/09/2021
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