La crisi energetica, i cambiamenti climatici e l’inflazione, non risparmiano uno dei settori più prestigiosi del Made in Italy, il ‘vino’ che, a causa dell’aumento vertiginoso dei prezzi, quest’anno pagherà circa 1,5 miliardi in più per la produzione.
La situazione allarmante è stata evidenziata da un’indagine condotta dall’Osservatorio Uiv-Vinitaly, analizzando un panel in rappresentanza del 30% del mercato nazionale.
Ad incidere sul valore esorbitante, non è solo il “caro energia e i cosiddetti dry-good (tappi, capsule, carta, cartoni e vetro), ma anche i costi di distribuzione, pubblicità, fiere, personale e la materia prima, l’uva.
Gli effetti peggiori della crisi ricadono maggiormente sulle piccole e medie imprese che devono affrontare rincari del 28,8%. Nonostante l’aumento dei prezzi di listini, che porterà a guadagnare circa + 4,1%, i ricavi non permetteranno di coprire il rialzo delle spese.
Come prevedibile, l’impatto minore verrà registrato dalle grandi imprese e dai produttori di vini di ‘fascia premium’, per i quali il mercato è disposto a spendere di più.
17/10/2022
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