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GOOGLE TAGLIA CENTINAIA DI POSTI DI LAVORO DOPO MULTA DA 2,4 MILIARDI

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Nella scia delle recenti decisioni nel panorama tecnologico, Google annuncia una significativa riduzione dei suoi dipendenti, una mossa che segue l'annuncio simile di Amazon e che solleva domande sulla stabilità del settore digitale. La decisione di tagliare centinaia di posti di lavoro nei settori dell'assistenza digitale, dell'hardware e degli ingegneri è stata motivata dalla necessità di affrontare la crescente pressione della concorrenza, in particolare dall'intelligenza artificiale di Microsoft e OpenAI, il creatore di ChatGPT, che stanno minacciando il core business di ricerca di Google.

Secondo fonti di Reuters, i co-fondatori di Fitbit, James Park ed Eric Friedman, sembrano essere tra i primi a lasciare l'azienda, segnalando una serie di tagli nei settori chiave come l'assistenza vocale e l'hardware, inclusi team responsabili di Pixel, Nest e Fitbit, oltre al team di realtà aumentata (AR). La riduzione dei posti di lavoro coinvolgerà anche il team centrale di ingegneria.

In una dichiarazione ufficiale, Google ha cercato di attenuare le preoccupazioni dei dipendenti e degli investitori, affermando di investire in modo responsabile sulle priorità principali dell'azienda e sulle opportunità future. La società ha spiegato che i cambiamenti organizzativi sono finalizzati a migliorare l'efficienza e ad allineare le risorse alle priorità dei prodotti, sottolineando che ogni modifica è soggetta alle normative locali e alle procedure, e che il supporto sarà fornito a coloro che saranno colpiti da queste modifiche.

Parallelamente a questa notizia, l'avvocato generale Juliane Kokott della Corte di Giustizia dell'Unione Europea ha confermato la multa di 2,4 miliardi di euro inflitta a Google dalla Commissione Europea. La decisione riguarda la posizione dominante di Google nel mercato dei servizi di ricerca generale, accusato di favorire il proprio servizio di comparazione di prodotti a discapito dei concorrenti. La Corte ha stabilito che Google ha utilizzato la sua posizione privilegiata per promuovere il suo comparatore di prodotti, deviando il traffico in modo ingiusto.

Nonostante la multa confermata, Google e Alphabet hanno continuato a contestare la decisione, proponendo impugnazione dinanzi alla Corte. Il processo è in corso, con la Corte che inizierà a deliberare sulla causa. La sentenza finale sarà annunciata in una data successiva.

Questi eventi segnalano un momento cruciale per Google, che si trova a dover bilanciare la necessità di adattarsi alla crescente concorrenza e di affrontare le conseguenze legali della sua posizione dominante nei servizi di ricerca generale. Resta da vedere come queste decisioni influenzeranno il futuro dell'azienda e il panorama tecnologico nel suo complesso.

11/01/2024

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