Il panorama demografico italiano sta attraversando una fase di profondo cambiamento, con previsioni che delineano una situazione di netta contrazione della popolazione in molte province del paese. Tuttavia, c'è un'eccezione significativa che emerge da recenti analisi condotte dall'Ufficio Studi degli Artigiani di Mestre, basate sulle elaborazioni demografiche dell'Istituto Nazionale di Statistica (Istat): la provincia di Prato.
Secondo i dati raccolti, tra le 107 province monitorate, Prato è l'unica a registrare una variazione assoluta positiva della sua popolazione nel corso dei prossimi dieci anni, con un aumento previsto di 1.269 unità, equivalente al 0,75%. Questo risultato contrasta nettamente con il saldo negativo anticipato per tutte le altre 106 province.
La ragione di questo fenomeno positivo risiede in diverse peculiarità che caratterizzano Prato e altre realtà territoriali simili. In particolare, queste aree presentano un tasso significativo di popolazione straniera residente, il che abbassa l'età media e ha un impatto positivo sulle nascite. Questo elemento, insieme ad altri fattori, contribuisce a mantenere stabile o addirittura aumentare la popolazione in un contesto in cui molte altre regioni subiscono una diminuzione demografica.
Le previsioni demografiche rivelano che le province del Sud saranno le più colpite da contrazioni significative della popolazione in età lavorativa. Regioni come la Basilicata, la Sardegna, la Sicilia, la Calabria e il Molise vedranno riduzioni percentuali che variano dal 12,7% al 14,6% entro il prossimo decennio. Questi cali demografici potrebbero avere conseguenze negative su settori chiave dell'economia, come il mercato immobiliare, i trasporti, la moda e l'ospitalità.
La presenza di una popolazione più anziana, con una propensione alla spesa inferiore rispetto ai giovani, potrebbe portare a una contrazione strutturale del PIL in queste regioni. Tuttavia, settori come il sistema bancario potrebbero beneficiare dell'aumento dei depositi dovuto alla maggiore predisposizione al risparmio delle persone anziane.
Le previsioni della Confederazione Generale Italiana del Lavoro Autonomo (Cgiat) indicano che, tra il 2024 e il 2034, Agrigento sarà la provincia italiana più colpita dalla recessione demografica della popolazione lavorativa, con una diminuzione del 22,1%. Altre province del Sud e alcune aree del Nord vedranno anch'esse cali significativi nella popolazione attiva, mentre città come Milano, Bologna, Parma e proprio Prato si dimostrano più resilienti a questo trend negativo.
In conclusione, mentre molte province italiane si preparano ad affrontare una diminuzione della loro popolazione lavorativa nel prossimo decennio, Prato si distingue come un caso unico di crescita demografica. Questo fenomeno mette in evidenza l'importanza di analizzare le specificità locali e di adottare politiche mirate per affrontare le sfide demografiche e economiche in modo efficace e sostenibile.
13/04/2024
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