L'ipotesi di un aumento della tassa di soggiorno sta suscitando forti reazioni tra le imprese turistiche italiane. Secondo una bozza di decreto, l'imposta potrebbe essere estesa a tutti i 7.904 Comuni del Paese che decideranno di applicarla e prevedere incrementi significativi degli importi. Mentre il Ministero del Turismo (Mitur) assicura che il confronto con le parti interessate proseguirà a settembre, le associazioni di categoria, come Federalberghi e Confindustria Alberghi, non nascondono la loro preoccupazione e il loro dissenso.
Attualmente, la tassa di soggiorno è limitata ai capoluoghi, alle unioni di comuni e ai comuni turistici. La nuova proposta prevede che l'imposta possa arrivare fino a 25 euro al giorno per gli alberghi di extralusso, una cifra che segna un netto aumento rispetto ai tetti massimi attuali. Inoltre, l'incasso dell'imposta non sarebbe più destinato esclusivamente a interventi nel settore del turismo, ma anche alla raccolta e allo smaltimento dei rifiuti.
Le reazioni delle imprese non si sono fatte attendere. Federalberghi critica apertamente la proposta di aumento, sottolineando che solo pochi mesi fa, in previsione del Giubileo, il tetto massimo della tassa era stato già elevato del 40%, passando da 5 a 7 euro per notte e per persona, con l'introduzione della possibilità di utilizzarla per coprire i costi della raccolta dei rifiuti. "Siamo di fronte a un carico fiscale insostenibile", dichiarano gli albergatori, evidenziando come un ulteriore aumento possa gravare pesantemente sul settore turistico, paragonandolo a un raddoppio dell'IVA.
Anche Confindustria Alberghi, per voce della presidente Maria Carmela Colaiacovo, esprime sorpresa e disappunto. "Dopo mesi di dialogo proficuo, ci troviamo improvvisamente di fronte a una bozza di decreto che potrebbe stravolgere i capisaldi della riforma in discussione", afferma Colaiacovo, aggiungendo che le strutture ricettive non possono essere considerate come un "mero bancomat per i Comuni".
Di fronte alle forti critiche, il Ministero del Turismo ha precisato che il confronto con le associazioni di categoria e gli altri attori istituzionali non è ancora terminato. "Il dialogo proseguirà a settembre", rassicura il Mitur, lasciando aperta la possibilità di ulteriori modifiche alla proposta.
La questione della tassa di soggiorno, quindi, resta un tema caldo che continuerà a far discutere nei prossimi mesi. Le imprese turistiche chiedono un approccio più equilibrato e sostenibile che non penalizzi un settore fondamentale per l'economia italiana, specialmente in un periodo di ripresa post-pandemica. Il governo è chiamato a trovare una soluzione che possa coniugare le esigenze di bilancio degli enti locali con la necessità di sostenere un comparto strategico come quello del turismo.
06/08/2024
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