L'Unione Europea ha approvato l'introduzione di dazi definitivi sulle auto elettriche cinesi, una decisione che segna una svolta significativa nelle politiche commerciali del blocco nei confronti di Pechino. La misura è stata presa in risposta ai massicci sussidi considerati sleali, concessi dal governo cinese ai produttori locali, che secondo Bruxelles stanno distorcendo il mercato a svantaggio dei produttori europei. Il voto, che si è tenuto nel Comitato per la Difesa Commerciale (Tdi), ha visto dieci Paesi favorevoli all'introduzione dei dazi, tra cui Italia e Francia, cinque contrari, con la Germania in testa, e dodici Paesi astenuti, tra cui la Spagna.
Il contesto della decisione
La Commissione Europea ha avanzato la proposta di imporre dazi per proteggere l’industria automobilistica del continente, sempre più minacciata dall’afflusso di auto elettriche cinesi, vendute a prezzi competitivi grazie ai sussidi statali. Secondo l'analisi europea, questi aiuti distorcono il mercato, favorendo ingiustamente i produttori cinesi a scapito di quelli europei, che operano in un contesto di concorrenza più trasparente e meno supportato da fondi pubblici.
I dazi definitivi approvati riguardano alcune delle principali case automobilistiche cinesi. Per Byd, uno dei più grandi produttori di auto elettriche del mondo, il dazio sarà fissato al 17%, mentre per Geely sarà del 18,8%. La Saic, una delle maggiori aziende cinesi del settore, sarà soggetta a un dazio del 35,3%. Altri produttori che hanno collaborato all'indagine della Commissione affronteranno una tariffa del 20,7%, mentre per le aziende che non hanno collaborato, il dazio arriverà fino al 35,3%. Anche Tesla, che produce in Cina parte delle sue auto destinate all’Europa, sarà colpita dai dazi, anche se con una tariffa inferiore pari al 7,8%.
Le divisioni in Europa
Il voto ha evidenziato una profonda spaccatura tra i Paesi membri dell'UE. Da un lato, dieci Paesi, tra cui Italia e Francia, hanno sostenuto la necessità di proteggere il mercato europeo dall'invasione di auto elettriche cinesi. Dall’altro, cinque Paesi, guidati dalla Germania, hanno votato contro, preoccupati delle possibili ripercussioni di una simile decisione.
Il ministro delle Finanze tedesco, Christian Lindner, ha espresso la preoccupazione di Berlino, sottolineando il rischio di innescare una guerra commerciale con Pechino. "La Commissione europea non dovrebbe innescare una guerra commerciale con la Cina. Abbiamo bisogno di una soluzione negoziata", ha scritto Lindner su X (ex Twitter), riflettendo l'importanza strategica delle relazioni economiche tra Germania e Cina, specialmente per l’industria automobilistica tedesca.
Le reazioni di Pechino
Pechino ha risposto con forza alla decisione dell’UE. I media ufficiali cinesi hanno sottolineato l’opposizione del governo ai dazi, definendoli una misura ingiusta e non necessaria. La Cina ha esortato l’Europa a evitare di alimentare tensioni commerciali, paventando ripercussioni negative per entrambi i blocchi economici.
Impatti sul mercato
L’imposizione di dazi fino al 45% sulle auto elettriche cinesi, considerando anche i dazi esistenti del 10%, potrebbe alterare significativamente il panorama del mercato automobilistico europeo. Da una parte, la misura mira a proteggere i produttori europei, come Volkswagen, Renault e Stellantis, che sono sotto pressione per mantenere la competitività nel settore delle auto elettriche. Dall’altra, c’è il rischio che i consumatori europei si trovino ad affrontare prezzi più alti per le auto elettriche importate, proprio in un momento in cui la domanda di veicoli a emissioni zero sta crescendo.
L’Europa si trova a un bivio: da un lato, c’è l’esigenza di proteggere le sue industrie strategiche; dall’altro, il pericolo di danneggiare le relazioni commerciali con un partner economico chiave come la Cina. Il dibattito su come conciliare protezionismo e apertura commerciale è destinato a rimanere al centro della scena politica ed economica europea nei prossimi mesi.
La decisione dell'UE di imporre dazi definitivi sulle auto elettriche cinesi è un passo deciso verso la protezione dell'industria automobilistica europea, ma non senza rischi. Le divisioni all'interno del blocco e la forte opposizione della Cina sollevano interrogativi sul futuro delle relazioni economiche tra le due potenze. L’equilibrio tra protezionismo e commercio globale, soprattutto in settori chiave come quello automobilistico, sarà cruciale per il futuro dell'economia europea.
04/10/2024
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