È quanto emerge dai dati del report sulle crisi aziendali a cura dell’Osservatorio sul mercato del lavoro di Veneto Lavoro, che confermano una tendenza in atto da alcuni anni. Dopo i picchi registrati tra il 2013 e il 2014, le nuove aperture di crisi hanno toccato nell’ultimo anno il valore minimo storico a quota 230 comunicazioni di avvio (-14%).
Sostanzialmente stabile il numero di accordi sottoscritti tra le parti sociali per la gestione delle crisi e che prevedono il ricorso alla Cassa integrazione straordinaria o a procedure di licenziamento collettivo: nel 2018 le procedure di licenziamento collettivo siglate sono state 202 per un totale di 7.417 lavoratori coinvolti. Complessivamente il numero totale dei licenziamenti di rapporti di lavoro a tempo indeterminato (comprensivo quindi dei licenziamenti economici individuali e di quelli per motivi disciplinari) è diminuito di circa 3 mila unità rispetto al 2017: 32.800 a fronte dei 35.500 dell’anno precedente. Il calo è determinato in maggior parte da quelli economici e collettivi, mentre i licenziamenti per motivi disciplinari sono lievemente aumentati.
Nel 2018, nel Bellunese si sono registrati complessivamente 1.385 licenziamenti di rapporti di lavoro a tempo indeterminato (250 dei quali a seguito di procedure di licenziamento collettivo), in provincia di Padova 6.615 licenziamenti (625 collettivi), a Rovigo 1.760 (70 collettivi), a Treviso 5.450 (350 collettivi), a Venezia 5.525 (475 collettivi), a Verona 7.025 (370 collettivi) e a Vicenza 4.985 licenziamenti (600 collettivi).
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