Il Made in Italy può dare una spinta decisa e forte all'economia italiana al fine di sostenerne la ripresa.
Va però promosso con fozza, soprattutto nel settore agricolo. Serve un input concreto per il rilancio del comparto.
Digitalizzazione, formazione e aggregazione d’impresa sono elementi fondamentali dai quali partire per ristrutturare le esportazioni agroalimentari italiane, schiacciate sempre più da restrizioni e Covid.
Un aiuto concreto serve ancora alle imprese agricole e vinicole, per far fronte alla crisi da pandemia e assicurare la presenza dei propri prodotti, oltre che sul mercato italiano, su quello europeo.
Per Cia-Agricoltori italiani la promozione deve passare per l’aggregazione, elemento cardine dal quale partono tutti i processi di internazionalizzazione.
"Bene che prosegua il dialogo con il ministero degli Esteri su criticità e progetti di promozione per affrontare le sfide all’orizzonte come lo sono anche la riforma della Pac e il Green Deal Ue - ha commentato per Aldo Alberto, della Giunta Cia e delegato all’internazionalizzazione -. Come dimostrato dal lavoro condiviso sui contenuti del Patto per l’Export, l’ascolto delle organizzazioni agroalimentare è utile a centrare priorità e obiettivi comuni. Attendiamo ora l’annunciata messa online da parte di ICE della piattaforma dedicata alla presentazione delle progettualità. Servirà, e su questo c’è nostra piena disponibilità -ha concluso Alberto- capacità di sintesi e coesione per arrivare con il Piano, a uno strumento concreto ed efficace".
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