Una differenziazione normativa tra industria e agricoltura, potrebbe attenuare conseguenze molto pesanti, che l'obbligo del green pass per i lavoratori sta creando. Più che altro perché la maggior parte della manodopera agricola proviene da paesi stranieri, con politiche di contingentamento del covid differenti dalle nostre.
C’è anche chi rimane da solo nel campo pur di mandare avanti l’azienda. Questa è una delle ripercussioni più estreme che ha creato, ieri, l’entrata in vigore dell’obbligo del Green pass. Lo conferma il presidente della Cia Imola, Giordano Zambrini che spiega come durante la giornata «abbiamo ricevuto alcune segnalazioni, in concreto sono stati tre imprenditori che si sono ritrovati senza braccianti e che hanno espresso forte amarezza e preoccupazione sul futuro delle proprie attività a causa della situazione che si è venuta a creare con l’introduzione dell’obbligo del Green pass nel nostro comparto.
Tre aziende – specifica Zambrini – che a causa della manodopera sprovvista della certificazione, in quanto di origine straniera, hanno avuto serie ripercussioni nella quotidiana attività. Di fatto lasciando gli imprenditori da soli mandare avanti i lavori in azienda».
La differenza del luogo di lavoro in agricoltura rispetto a quello industriale o del terziario è lampante. Stiamo parlando di aree all’aperto, di campi all’aria aperta al massimo ci sono magazzini dove il distanziamento è comunque rispettato.
20/10/2021
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