L’Italia, per sopperire al fabbisogno, importa ingenti quantitativi materie prime. La necessità di acquistare dall’estero è stata indotta anche dai “bassi compensi riconosciuti, per anni, agli agricoltori”. Nonostante i rincari dei prezzi di gas, energia, sementi e fertilizzanti, la guerra ucraina ha spinto i coltivatori italiani ad aumentare la coltivazione di soia +16%, di girasole +5% e di mais +1%, così da ridurre la dipendenza dai Paesi esteri.
Lo rivela la Coldiretti che ha analizzato il report “Short term outlook”, della Commissione europea sui mercati agricoli nel 2022. L’Associazione degli agricoltori evidenzia che il 13% di mais, il 4,2% di grano e il 60% dell’olio di girasole, viene importato da Russia e Ucraina, ma, a causa del conflitto, gli arrivi sono ritardati o bloccati.
La Coldiretti ha dichiarato: “Un trend favorito anche dal via libera dell’Unione europea alla semina in Italia di altri 200 mila ettari di terreno per una produzione aggiuntiva di circa 15 mln di quintali di mais, di grano duro e tenero. Una notizia che si affianca ad un dato negativo, in quanto, quasi un’azienda agricola italiana su tre, sta lavorando attualmente in passivo”.
09/04/2022
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