La crisi, che ha colpito gran parte dei settori nel primo semestre del 2022, non ha influito sul mercato dell’acqua imbottigliata, anzi, il consumo è aumentato di quasi il 6,5%. Lo scenario, però, potrebbe presto cambiare e far vacillare il gigantesco giro d’affari delle acque frizzanti e, di conseguenza, delle bibite con le bollicine.
La colpa non è da attribuire alla siccità, che sta riducendo le riserve nazionali dell’acqua ma, alla carenza di CO2 per uso alimentare. Il processo per ottenere il gas, con il quale poi viene addizionata l’acqua minerale naturale, è molto oneroso e l’esorbitante aumento dell’energia si è abbattuto anche su questo comparto.
L’allarme è stato lanciato dal presidente e AD di Acqua Sant’Anna, Alberto Bertone, il quale ha spiegato che, la difficoltà di approvvigionamento dell’anidride carbonica è un problema riscontrato da tutti i produttori di acqua in bottiglia e di soft drinks.
Nell’attesa di trovare una soluzione, al momento, la produzione di acqua frizzante è ferma e presto nei punti vendita potrebbe terminare. Vista l’incertezza, si preferisce destinare al settore sanitario la CO2 disponibile, essendo fondamentale, per esempio, per realizzare le bombole di ossigeno.
09/07/2022
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