L'Italia sta affrontando una crescente emergenza nel settore infermieristico, con un'allerta lanciata dalla Federazione nazionale professioni infermieristiche (Fnopi) che prevede un significativo deficit di personale entro il 2033. La notizia, basata su dati provenienti dal modello di calcolo del fabbisogno formativo del Ministero della Salute, il Conto annuale della Ragioneria generale dello Stato e l'albo professionale della Federazione, svela una situazione critica che richiede urgenti misure di intervento.
Secondo le stime della Fnopi, tra il 2023 e il 2026 si verificheranno circa 40mila pensionamenti, un numero preoccupante che aumenterà ulteriormente nei decenni successivi. Dal 2023 al 2029, ci saranno circa 73.500 pensionamenti, mentre nel periodo più ampio fino al 2036, il dato raggiungerà oltre 173mila. Queste cifre, però, non trovano un corrispettivo nei nuovi ingressi, con la Fnopi che sottolinea una carenza di circa 18.200 infermieri nei prossimi anni.
Un ulteriore problema è rappresentato dalla fuga di personale verso l'estero, un fenomeno che vede tra i 3mila e i 3.500 infermieri lasciare l'Italia ogni anno. Alcuni scelgono di trasferirsi, mentre altri diventano frontalieri, lavorando all'estero e mantenendo la residenza in Italia, con la Svizzera come meta principale.
Il sindacato degli infermieri, Nursing Up, aggiunge un ulteriore strato di preoccupazione, sostenendo che la situazione è più grave di quanto indicato dalla Fnopi. Secondo il presidente Antonio De Palma, mancano addirittura 220mila infermieri se ci si basa sulla media dei Paesi europei aderenti all'Unione europea.
Inoltre, il sindacato evidenzia la necessità di 40mila infermieri solo per garantire il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Gli sforzi nel reclutare medici da Paesi come India e Argentina sono stati infruttuosi in parte a causa delle difficoltà legate alla lingua, compromettendo la qualità dell'assistenza sanitaria.
La fuga di infermieri dalla professione è considerata una grave minaccia, con le sigle sindacali che denunciano la perdita di attrattività della professione a causa di condizioni di lavoro insoddisfacenti. Nursind riporta che in Lombardia mancano attualmente 10mila infermieri, mentre in Piemonte la carenza è di almeno 5mila, portando a situazioni di emergenza nei reparti ospedalieri.
La causa profonda di questa crisi risiede negli anni di tagli e risparmi sul personale, che hanno compromesso la capacità del sistema sanitario italiano di garantire un adeguato turn over e di fronteggiare situazioni di emergenza. La spinta verso la privatizzazione e l'esternalizzazione dei servizi emerge come una questione critica da affrontare per preservare il futuro della sanità in Italia.
In conclusione, è urgente che le istituzioni italiane adottino misure concrete per affrontare questa emergenza infermieristica, potenziando la formazione, migliorando le condizioni di lavoro e implementando politiche che rendano la professione più attraente per le nuove generazioni. Solo attraverso un impegno immediato e deciso sarà possibile garantire la sostenibilità e l'efficienza del sistema sanitario nazionale.
03/12/2023
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