Anche la Cia e il comparto agricolo insorgono davanti alle linee guida dell'ultimo Dpcm.
Secondo l'associazione, "lo stop alle 18 previsto dal nuovo Dpcm per le 24mila strutture agrituristiche nazionali equivale alla chiusura delle attività, che non potranno sostenere i costi di apertura con i soli proventi del pranzo, i cui introiti nei giorni feriali hanno incidenza molto ridotta rispetto a quelli determinati dalla fascia oraria 18-21".
Inoltre, come ribadito in una nota di Cia, non viene garantito il distanziamento sociale negli spazi in piena campagna, un elemento che rischia di mettere definitivamente in crisi il settore, già messo alla prova dal lockdown.
"Il nuovo Dpcm - si legge nacora nellanota diffusa - avrà anche un impatto fortemente negativo per tutte le aziende agricole che hanno come unico sbocco commerciale il canale dell’Horeca -ristoranti, bar, mense, hotel- e che pagheranno un conto salato per la contrazione delle forniture di cibo fresco a tutto il comparto dell’agroalimentare 'fuori casa', in un Paese in cui circa un terzo dei consumi viene realizzato lontano dalle mura domestiche".
Inserisci un commento