L'impossibilità di stare insieme unita alla crisi di ristoranti e turismo si traducono per il mercato ittico in un flop del 25%.
La spesa media per famiglia, stando alle stime Cia, calerà passando dai 90 euro dell'anno scorso agli attuali 70.
Il calo complessivo annuale del mercato ittico, in termini di fatturato, arriverà entro la fine del 2020 al 40%.
"A condizionare radicalmente i consumi di pesce durante le feste - spiega in una nota AgriPesca-Cia -, l’impatto del Dpmc sui cenoni, rigorosamente a casa e, si presume, per non più di 6 persone, almeno il 24 dicembre. Quest’aspetto ridimensionerà in proporzione, le quantità acquistate che in media per la spesa di Natale e Capodanno, non andranno oltre i 3 kg a carrello. Si tenderà a essere più precisi nelle porzioni, ma anche a scegliere il pesce fresco. Dunque, poco ma buono. Vinceranno i piatti tipici della Vigilia, quindi sulle coste italiane, quelli più legati alla cucina a base di pesce locale e per ricette elaborate, mentre nell’entroterra si prediligeranno quelle più essenziali, con prodotto fresco e trasformato. Baccalà e tonno, ma anche alici, sarde e sgombri, orate e spigole avranno la maggiore sul pescato più pregiato. Molluschi e crostacei, protagonisti delle feste in ristoranti e hotel, vivranno, invece, un serio calo".
già a novembre si era confermato un trend negativo molto evidente con riduzioni chiare percrostacei (-31%), pesce bianco (-17%) e molluschi (-5%).
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