Il prolungamento delle resrizioni annunciato dal Governo rischia di diventare una spina nel fianco degli italiani, in termini di consumi.
I provvedimenti per contenere l'epidemia di Covid rischiano di mettere sul lastrico il commercio che, con previsioni Confesercenti, nei prossimi mesi potrebbe trovarsi a perdere 15 miliardi di euro in consumi rispetto ai valori del 2020.
Un colpo durissimo ad una economia, quella italiana, che nel 2020, causa pandemia, ha visto cancellati 105 miliardi di euro di consumi, con una conseguente riduzione del Pil del 6,1%, stando alle stime dell'organismo.
"A pagarne lo scotto, soprattutto, le imprese del commercio, del turismo e della ristorazione, che sono state le più colpite dalla recessione pandemica con una diminuzione media del valore aggiunto del 16,2%, a fronte del -9,6% registrato dalle altre imprese. Un problema per la crescita - viene riportato in una nota di Confesercenti -, visto che si riduce fortemente la quota di Pil generata da questi comparti: si passa dal 6,2 al 4,4% del Pil per 'Alberghi e pubblici esercizi'; dal 4,2 al 3,3% per la 'Ricreazione e cultura'; dal 3,7 al 3% per l’Abbigliamento. Dinamiche che evidenziano l’attuale impossibilità dei consumi interni di spingere la crescita dell’economia italiana, come hanno sempre fatto, visto che valgono il 60% del nostro Pil. Senza una loro decisa ripresa, quindi, l’economia del Paese entrerà in una spirale discendente da cui sarà difficile uscire".
“Lo stop dei consumi, effetto delle restrizioni e dell’incertezza generata dall’emergenza pandemica, ha gettato le imprese del terziario in una crisi senza precedenti. I prossimi mesi rischiano di vedere aumentare drammaticamente il numero di cessazioni delle attività, in particolare quelle di prossimità e legate alla filiera turistica”, ha commentato Patrizia De Luise, Presidente di Confesercenti. “Il Recovery plan si occupa di molte cose – continua la Presidente – ma non si prevedono interventi diretti per commercio, alloggio e ristorazione, per i quali il piano genererebbe ricadute positive solo sul medio lungo periodo. Purtroppo, però, c’è un problema urgente di tenuta del sistema imprenditoriale”.
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