Le chiusure del Governo per arginare la pandemia continuano a pesare sulle spalle della ristorazione.
Per questa ragione, l'ARCS (Associazione Ristoranti Centro Storico di Roma), è tornata a farsi sentire per tutelare un settore duramente colpito dal momento storico che stiamo attraversando ma anche e soprattutto dai mancati Ristori.
Già da tempo ARCS ha chiesto un tavolo di confronto con Governo e istituzioni per salvaguardare la ristorazione – ormai diventata una vera e propria impresa, con tutti i costi di gestione annessi – che rappresenta un PIL importante per l’Italia - si legge nella nota diffusa dall'associazione -. I ristoratori aderenti all’ARCS, come ulteriore segno di protesta, hanno affisso fuori dai propri locali a Roma un manifesto evocativo ed emblematico sulla situazione, che recita:
“Articolo 1 costituzione: L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. Le nostre vite contano, il nostro lavoro conta, il nostro amore per la città conta, la nostra buona tavola conta in Europa e nel mondo, le chiusure senza programmazione hanno messo in ginocchio la ristorazione, i pochi ristori non hanno avuto alcun valore, ora il rischio è la chiusura di tanti locali, ora vogliamo riaprire in sicurezza h24 perché le nostre vite contano”.
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