La pandemia ha sparigliato l'ordine degli addendi. I consumi si sono ridotti e la spesa degli italiani nel 2020 è scesa di 123 miliardi di euro.
Parliamo di circa 5mila euro a famiglia, facendo i conti con le restrizioni e le difficoltà che sono conseguite all'ondata di Covid in ambito lavorativo.
Scomparsa, quasi del tutto, la quota per per Alberghi e ristoranti, con un taglio della spesa di 43 miliardi di euro, pari a quasi 120 milioni di euro al giorno.
E ancora trasporti (-33 miliardi di euro), ricreazione e cultura (-16,3 miliardi di euro nel 2020), abbigliamento e calzature (-13,2 miliardi), spesa per la salute (-2,3 miliardi).
“L’impatto della pandemia sui consumi, che valgono il 60% del PIL, avrà conseguenze su tutto il sistema Paese. L’economia della distanza, inoltre, ha messo le ali all’eCommerce e rischia di incidere negativamente sulle attività di prossimità, che rendono vive (e sostenibili) le nostre città”, ha commentato Patrizia De Luise, presidente di Confesercenti.
“Senza la ripresa del mercato interno, sarà difficile tornare a crescere. Anche con le riaperture, a fine 2021 avremo recuperato solo 40 dei 120 miliardi di euro di consumi persi nel 2020, e anche il recupero dei redditi sarà modestissimo. Un’accelerazione può venire dalla leva fiscale: serve una riforma per dare slancio alla ripartenza delle imprese e per liberare risorse delle famiglie, anche considerando che l’ultimo adeguamento degli scaglioni Irpef all’inflazione è avvenuto quasi 15 anni fa. Ma servono anche un ulteriore alleggerimento del costo del lavoro e un grande piano di formazione per le competenze digitali. Soprattutto, c’è bisogno di perseguire ancora una politica di sostegno ai settori che si sono impoveriti durante la crisi pandemica: imprese micro e piccole, e autonomi, che hanno lasciato per strada reddito e capitale”.
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