La chiusura dei punti di gioco legale è stata imposta dal Governo per contrastare l'ondata di Covid. La pandemia ha però intaccato durament il settore, favorendo la nascita di nuove forme di illegalità.
Ha inoltre causato una perdita ad oggi stimata in 35 miliardi di euro, di cui 13 miliardi sul gioco oline, e una crescita del gioco illegale pari a 22 miliardi di euro circa.
Dati, quelli resi noti da Confesercenti, che non fanno ben sperare per il futuro di un comparto che chiede chiarezza, oltre che misure concrete.
"Il crollo della spesa nei 60mila punti vendita italiani, che dal marzo dello scorso anno sono stati chiusi per oltre 300 giorni, ha avuto un impatto fortissimo tutta la filiera del gioco: dall’erario, che ha visto sparire 4,6 miliardi di euro rispetto al 2020, agli esercizi di gioco legale, che hanno già perso 1,5 miliardi di euro nel 2020 e rischiano di perderne altri 1,8 nel 2021, se le restrizioni all’attività non verranno urgentemente sollevate", si legge in una nota dell'associazione.
"Gli esercenti del settore si sono adeguati a tutte le normative contenute nei vari DPCM, alle Linee Guida individuate dalla Conferenza Stato Regioni ed hanno addirittura adottato misure di contenimento del contagio ancora più stringenti rispetto a quelle previste a livello nazionale", spiega Stefano Papalia, Presidente di FIEGL Confesercenti.
"Allo stato attuale, prevedere una riapertura dei punti vendita di gioco solo a partire dal 1 luglio, comporterebbe un’ulteriore perdita di fatturato per gli esercizi su rete fisica, dato l’avvio del campionato europeo di calcio l’11 giugno, avvenimento estremamente importante per il settore perché rappresenterebbe una grande occasione per la ripresa delle attività retail: mancare questa opportunità potrebbe essere il colpo di grazia per molte imprese".
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