La produzione si è ridotta del -3,2%. E' allarme. Serve una politica di crescita e aiuti ai settori più danneggiati del comparto agricolo.
L'agricoltura esce con le ossa fratturate dall'esame Covid. Dopo aver sostenuto i consumi nel momento più delicato della pandemia, ora fa i conti con cali congeniti del commercio che si abbattono sulla produzione.
L’agriturismo è crollato in un anno del 60,8% in volume, le attività di sistemazione di parchi e giardini (-25%) e ovviamente il florovivaismo, che ha perso l’8,4%, sono i settori più colpiti in ambito agricolo.
"E' ora necessaria una politica di crescita coraggiosa che riconosca definitivamente nei fatti, il valore del comparto agricolo e agroalimentare. L’agricoltura italiana chiede, dunque, di essere messa nelle condizioni per poter contribuire al rimbalzo atteso nei prossimi mesi, anche grazie alle connessioni con l’industria alimentare e il settore turistico su cui si attendono interventi mirati e consistenti, determinanti alla ripartenza dell’Horeca su cui poggiano le sorti del comparto vitivinicolo e l’incremento delle produzioni agricole tutte", si legge in una nota di Cia che dal Recovery si attende "l’estensione delle misure strategiche Industria 4.0 anche al settore agricolo per garantirne la competitività, mettendo il comparto al riparo, per esempio con misure ad hoc sulla gestione del rischio, dai danni divenuti ormai ciclici e strutturali, determinati da fenomeni climatici come le gelate tardive".
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