Il commercio al dettaglio segna una crescita. Le economie italiane tornano a battere un colpo dopo la crisi dettata dalla pandemia e dalle restrizioni sanitarie attivate per farvi fronte.
I dati dell'Istat relativi ai consumi del mese di luglio fanno ben sperare e il commercio torna a sorridere. Ma adesso c'è bisogno di una serie di misure che possa portare le imprese da una situazione di resilienza di base ad una di crescita strutturale.
+14,8% annuo delle vendite non alimentari, +3,8% registrato dalla grande distribuzione, solo alcuni dei dati diffusi dall'Istat.
"L’aumento delle vendite coinvolge tutti i settori merceologici non alimentari - la lettura di Confesercenti -, con una forte accelerazione soprattutto per vendite di Abbigliamento e Calzature (rispettivamente +24,5% e +19,2% rispetto allo scorso anno). Il recupero del commercio tradizionale non si registra invece nell’alimentare: i negozi hanno esaurito quel ruolo ‘di sostegno’ che avevano svolto durante la pandemia, e a giugno le vendite sono in rosso per il quinto mese consecutivo, anche se contenuto (-0,6%)".
"Un clima positivo e di ripresa dei consumi - si legge ancora in una nota diffusa dall'associazione - ma la crescita è tutta da consolidare e pesano l’incertezza e le incognite legate all’andamento dei contagi, con lo spettro del ritorno alla rigidità di provvedimenti restrittivi che brucerebbe i segnali di fiducia da parte di consumatori ed imprese. Lo snodo sarà infatti il ritorno al tasso di risparmio delle famiglie sui livelli pre-crisi, questo tipo di aggiustamento non è scontato, molti dei cambiamenti nelle abitudini di consumo determinati dalla pandemia non sono infatti reversibili: la diffusione del lavoro da remoto, la ridotta mobilità legata ai timori di contagio, la crescita delle vendite on-line, sono fattori che influenzeranno i comportamenti delle famiglie".
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