Stretta tra siccità e nubifragi, due situazioni estreme ma presenti in Italia, l'agricoltura farà la fine del topo.
Pe questo è necessario, oltre che attivarsi per prevenire eventuali dissesti idreogeologici, anche considerare adeguatamente, nell'ambito dei fondi del PNRR, la fragilità del comparto.
"Il PNRR - ha commentato il Presidente di Cia-Agricoltori Italiani, Dino Scanavino - deve condurre a una definitiva inversione di marcia che non guardi sempre ad acciaio o petrolio come grandi risorse, ma che consideri la natura, la più grande 'fabbrica' a cielo aperto, produttrice di ossigeno e patrimonio da preservare".
"Il Governo - questo il suo appello - ragioni insieme al territorio su come spendere gli oltre 59 miliardi di fondi per la transizione ecologica, già indirizzati, per esempio, alla riduzione del 15% delle perdite idriche e contro il dissesto idrogeologico. I 75 progetti per manutenere, potenziare e completare le infrastrutture tengano conto delle fragilità del Paese e delle sue comunità".
Cia inoltre, nell'ambito del progetto “Il Paese che Vogliamo”, spinge perché si affronti sul serio, specie nelle aree interne, il tema dissesto idrogeologico, con il conseguente ammodernamento delle infrastrutture stradali e idriche.
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