Farine ed energia: due elementi che hanno in comune solo valori di crescita.
Crescono infatti senza sosta i costi di entrambi questi elementia minare i consumi e la loro ripresa.
A lanciare l'allarme è Davide Trombini, Presidente nazionale di Fiesa Assopanificatori Confesercenti.
“La saldatura di queste due dinamiche rischia di bloccare la ripartenza dell’economia e del nostro settore. Il prezzo delle farine di frumento tenero segna, a settembre 2021, un incremento del 20% rispetto a settembre 2020; il prezzo delle semole di frumento duro cresce in un anno del 66%. Se mettiamo a confronto il prezzo della prima settimana di ottobre 2021 con quello di ottobre 2020, le farine di frumento tenero arrivano a 511,50 €/T ossia +24% e le semole di frumento duro a 731,70 €/T ossia +81%. Stessa dinamica al rialzo per benzine e gasolio che, rispetto al mese di ottobre del 2020, hanno avuto un incremento del 24% medio con ripercussioni su tutta la catena distributiva, dal momento che le merci viaggiano per quasi il 90% su gomma e i costi della logistica coprono un terzo del prezzo finale dei prodotti agro-alimentari. E non va certo meglio per Gpl e Metano che hanno avuto autentiche impennate dei prezzi”. Questa la sua analisi dei costi e del comparto.
“Fiesa Assopanificatori Confesercenti – conclude Trombini – chiede di attivare gli organi di vigilanza e l’apertura di un’indagine parlamentare conoscitiva sull’andamento dei prezzi delle farine e delle materie prime, comprese quelle energetiche amministrate, per eventuali interventi del Governo di taglio delle tasse e degli oneri di sistema. L’auspicio è che la dinamica rialzista si arresti e consenta di programmare e lavorare per le produzioni natalizie in un clima di fiducia per i consumatori. Non possiamo permetterci di bruciare le prossime festività per mantenere in equilibrio le gestioni dei forni e l’occupazione”.
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