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L'EVOLUZIONE DI MEDIOLANUM CON DORIS FIGLIO

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Sono passati pochi giorni da quando Ennio Doris ha annunciato l’addio alla presidenza di Banca Mediolanum,  la prima fabbrica del risparmio italiana che l’ex consulente finanziario di Ras-Dival fondò quarant’anni fa e che oggi rappresenta un modello studiato in tutta Europa. Il figlio Massimo, 54 anni, da più di vent’anni nel gruppo e dal 2008 alla guida quale amministratore delegato, accetta di raccontare a MoltoEconomia un passaggio generazionale «avvenuto senza scossoni perché siamo allineati su tutto». 

Un ricambio generazionale che lascia trasparire l'orgoglio nelle parole del nuovo numero uno della Banca, Massimo Doris:«Mi ritengo non fortunato, fortunatissimo. E avrei vergogna di me stesso se non lavorassi. Credo in questa azienda e voglio continuare a contribuire alla sua crescita per il bene di tutti. Mi creda, non sono un eroe, quando posso me la godo, faccio le mie belle vacanze, ma non ho alcuna intenzione di vivere di rendita».

Continua l'intervista al “Gazzettino”:«Ci ha messo il cuore e l’anima e io da oltre dieci anni continuo nel solco dei suoi ideali, dei suoi valori, evolvendo con lui. Oggi come ieri e in futuro, anche quando non ci sarà più. La banca oggi ha un brand riconosciuto e apprezzato da tutti perché è l’espressione concreta dell’educazione che lui ha avuto dai suoi genitori, interamente basata su onestà, trasparenza, altruismo, libertà: pilastri solidi che non ha mai tradito, pur partendo da zero, e sempre con un’idea di fare qualcosa di buono e di utile per tutti».

In fine sembra smentire il matrimonio con Mediobanca, con le parole: «Le logiche sono diverse. Premesso che noi abbiamo un ottimo rapporto con Alberto Nagel e siamo soddisfatti dei risultati che Mediobanca ha realizzato fino a oggi, con lo sfilacciamento del patto e l’arrivo di due nuovi importanti azionisti come Del Vecchio e Caltagirone la stabilità dell’istituto potrebbe assumere inclinazioni diverse. Perciò preferiamo avere mani libere. Il che non significa che usciremmo solo a causa dell’eventuale cambio di governance; semplicemente avremmo la possibilità di valutare più serenamente la novità e assumere decisioni più ponderate».

08/10/2021

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