Con l’inizio del nuovo anno, il settore degli affitti brevi è stato investito da una serie di novità normative introdotte dal Ministero del Turismo. L’obiettivo è duplice: garantire una maggiore sicurezza per gli affittuari e regolare un mercato in continua espansione. Le nuove disposizioni prevedono obblighi stringenti per i locatori, sia in termini di sicurezza che di trasparenza amministrativa, con pene severe per chi non rispetta le regole.
Sicurezza al centro: cosa cambia per le strutture ricettive
Da quest’anno, tutte le strutture destinate agli affitti brevi dovranno essere dotate di specifiche misure di sicurezza per proteggere gli ospiti. Tra le novità principali:
- Rilevatori di gas e monossido di carbonio obbligatori in ogni appartamento;
- Estintori revisionati costantemente, uno per ogni piano o ogni 200 mq di superficie.
Queste misure mirano a garantire standard di sicurezza uniformi per i turisti e a ridurre i rischi legati a incidenti domestici. Tuttavia, l’adeguamento alle norme non è solo una questione di buon senso, ma anche un obbligo di legge: chi non rispetta le prescrizioni rischia multe salate, che variano dai 600 ai 6.000 euro. Inoltre, l’assenza delle misure di sicurezza comporta l’impossibilità di ottenere il Codice Identificativo Nazionale (CIN), uno strumento fondamentale per operare nel settore.
Il Codice Identificativo Nazionale (CIN): la chiave della trasparenza
Il CIN è un codice univoco che certifica ogni immobile destinato agli affitti turistici, rappresentando una garanzia di regolarità per gli ospiti. A dicembre 2024, circa il 75% dei locatori aveva già richiesto il CIN, segno di una crescente attenzione verso la conformità normativa.
Il CIN deve essere:
- Inserito in tutti gli annunci pubblicitari dell’immobile;
- Esposto chiaramente all’ingresso della struttura.
Chi omette di richiederlo o di esporlo è soggetto a sanzioni che possono oscillare tra i 500 e gli 8.000 euro, una cifra significativa che scoraggia le irregolarità.
Nuove regole, nuove polemiche
Nonostante le buone intenzioni, le nuove normative non sono esenti da critiche. Particolarmente controversa è la circolare del Ministero dell’Interno che impone l’identificazione “in presenza” degli ospiti. Secondo molti operatori del settore, questa misura complica inutilmente la gestione degli affitti brevi, soprattutto in un’epoca in cui la digitalizzazione dei processi è ormai la norma.
Un settore in forte espansione
Nonostante le polemiche, il mercato degli affitti brevi continua a crescere a ritmi sostenuti. Le strutture registrate in Italia sono circa 563mila, un dato che testimonia il ruolo centrale di questo segmento nell’economia turistica nazionale. Le nuove norme, pur rappresentando una sfida per i locatori, potrebbero contribuire a consolidare ulteriormente il settore, garantendo maggiore trasparenza e sicurezza per tutti gli attori coinvolti.
Conclusioni
Le novità introdotte nel 2025 segnano un passo importante verso la regolamentazione di un mercato che fino a pochi anni fa era caratterizzato da una certa anarchia. Tuttavia, resta da vedere come i locatori e gli ospiti accoglieranno queste misure e se le istituzioni saranno in grado di garantire controlli efficaci. Un fatto è certo: il rispetto delle nuove regole non è solo un obbligo legale, ma un’opportunità per migliorare la qualità dell’offerta turistica italiana.
02/01/2025
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